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IDENTIFICAZIONE DI STANDARD SOTTOSPECIE APIS MELLIFERA LIGUSTICA (SPINOLA, 1806) APIS MELLIFERA SICILIANA (DALLA TORRE, 1896)

APIS MELLIFERA LIGUSTICA
(SPINOLA, 1806)

A. m. ligustica è presente in tutta la penisola ed in Sardegna; in quest’ultima isola sono presenti anche popolazioni ibride con A. m. mellifera.

Nelle zone dell’arco alpino si rinvengono ibridi con le sottospecie confinanti: A. m. mellifera nella parte occidentale e centrale e A. m. carnica nella parte centrale e orientale. A causa di continue e massicce importazioni, l’ape ligustica è presente anche in Sicilia dove però abbondano popolazioni ibride dovute alla locale A. m. siciliana.

Di tutte le sottospecie dell’Europa continentale, la ligustica è quella che ha avuto la più piccola area originaria di distribuzione a causa delle barriere montuose e marittime entro le quali si è trovata confinata al termine dell’ultima glaciazione. Tuttavia, la sua adattabilità ad un ampio spettro di condizioni climatiche ne ha permesso la colonizzazione in tutti i continenti ove sia praticata l’apicoltura, tanto che oggi è una delle sottospecie più diffuse nel mondo.

 

Caratteristiche biologiche e di comportamento
Le api della sottospecie A. m. ligustica sono particolarmente attive, docili e con una spiccata attitudine all’allevamento della covata, grazie anche all’elevata prolificità dell’ape regina. Nonostante l’eccezionale quantità di covata deposta e allevata, è poco incline alla sciamatura. Le colonie iniziano ad allevare covata sin dalla fine dell’inverno e mantengono una area di allevamento variabile a seconda dell’entità del flusso nettarifero e pollinifero, sino ad autunno inoltrato.

Caratteristiche morfologiche
All’aspetto, A. m. ligustica si distingue soprattutto per il colore giallo-arancio dei primi urotergiti. La Tabella 1 riporta i valori morfometrici (media e deviazione standard) utilizzati per il riconoscimento della sottospecie A. m. ligustica.

APIS MELLIFERA SICILIANA (DALLA TORRE, 1896)

Le api della sottospecie siciliana sono diffuse esclusivamente in Sicilia. La posizione sistematica di A. m. siciliana rispetto alle altre sottospecie mediterranee appare incerta; tuttavia la caratterizzazione morfologica, operata attraverso indagini biometriche sulle popolazioni presenti sull’isola in epoca precedente alla massiccia importazione di A. m. ligustica dal continente, depone a favore dell’individualità tassonomica dell’ape siciliana. Ad oggi sono in atto importanti iniziative di recupero, salvaguardia e mantenimento della siciliana in purezza nelle isole minori e nelle zone interne della Sicilia occidentale.

Caratteristiche biologiche e di comportamento
Le caratteristiche biologiche di A. m. siciliana riflettono, in parte, un adattamento a condizioni ambientali di tipo mediterraneo e subtropicale, con riferimento particolare ai fattori climatici (estate calda e secca) e al comportamento di difesa da alcuni predatori. È una sottospecie abbastanza docile e dotata di buona tenuta del favo. Utilizza abbondantemente la propoli nella tarda estate e in autunno. Le colonie allevano covata e mantengono fuchi per quasi tutto l’anno, eccetto per un breve periodo invernale. Alcuni studi riportano che al momento della sciamatura vengono prodotte un numero molto elevato di celle reali (Ruttner, 1988; Tiemann, 1993), ma rimane da valutare se questo carattere sia ancora presente nella popolazione attuale.

Caratteristiche morfologiche
A. m. siciliana si distingue a prima vista per il colore scuro. Infatti i primi tergiti addominali sono completamente bruni oppure presentano solo macchie gialle, ma non bande. I peli del torace e dell’addome sono giallastri e non grigi o bruni come nelle altre razze scure. Rispetto alla ligustica, inoltre, pur avendo dimensioni corporee simili, presenta ali nettamente più piccole. La Tabella 2 riporta i valori morfometrici (media e deviazione standard) dei caratteri utilizzati per il riconoscimento della sottospecie A. m. siciliana. 

METODI DI ANALISI PER LA CLASSIFICAZIONE DELLE SOTTOSPECIE
I campioni sono classificati come appartenenti o meno alle sottospecie secondo il metodo morfometrico. In casi dubbi, o per maggiore definizione, possono essere affiancati i metodi molecolari.

METODI MORFOMETRICI
Da ogni campione consegnato al laboratorio, sono prelevate 18 api, dalle quali viene dissezionata l’ala anteriore destra. Le ali sono montate su pellicole da diapositive in modo da poterne acquisire l’immagine mediante uno scanner. Successivamente l’immagine, inviata ad un PC, viene visualizzata sul monitor e sottoposta a misurazione per mezzo di un software specifico, ottenendo i parametri alari riportati nella tabella. I risultati dei caratteri alari così ottenuti vengono sottoposti ad analisi statistica multivariata discriminante, utilizzando un database di riferimento, fino ad ottenere la classificazione del campione. In aggiunta ai dati relativi all’ala e all’elaborazione statistica conseguente, viene effettuata la valutazione della pigmentazione del terzo tergite addominale seguendo la scala empirica di Goetze (Ruttner e coll., 1978).

Elaborazione dati ed espressione dei risultati:

  • per ogni campione la media dei valori dei parametri alari misurati su 18 individui viene sottoposta ad analisi multivariata discriminante e la classificazione avviene secondo le probabilità a posteriori. Il risultato di conformità alare si assegna quando la probabilità a posteriori dell’analisi discriminante è superiore o uguale a 90%.
  • per ogni campione la pigmentazione del terzo tergite di 18 individui viene valutata secondo le classi di Goetze. La conformità si assegna quando la media ha valore compresi tra la media e due volte la deviazione standard riportata in Tabella 1 (A. m. ligustica) o in Tabella 2 (A. m. siciliana).

DNA MITOCONDRIALE
Usato in studi di genetica di popolazione, soprattutto considerando la regione intergenica tRNAleu-COX2 (precedentemente nota come COI – COII) (Garnery et al. 1993). Sulla base della variabilità in questa regione sono state confermate le linee evolutive determinate da studi morfometrici, corrispondenti ai diversi areali di origine e distribuzione delle popolazioni di Apis mellifera (Cornuet and Garnery 1991). La regione COI – COII è composta da alcune sequenze che possono essere o meno presenti, oppure ripetersi. Sulla base della composizione di queste sequenze e delle loro variazioni sono individuati i cosiddetti “aplotipi”, denominati secondo le linee filogenetiche individuate con la morfometria di Ruttner, con cui in gran parte si sovrappongono, ovvero A (linea Africana), M (linea Europa centrale), C (linea Europa Sud-Est), O (linea Europa medio-orientale, in seguito distinta come Y e Z trovate essere più presenti in Africa). All’interno di ogni raggruppamento si trovano variazioni minori, con aplotipi che mantengono la stessa lettera ma a cui viene aggiunto un numero. Sono stati descritti una cinquantina di aplotipi. Sono considerati conformi alla sottospecie A. m. ligustica campioni il cui aplotipo, per la regione intergenica tRNAleu-COX2, corrisponda a C1, M7 o 4 (ulteriori riferimenti in Meixner et al., 2013, Magnus et al. 2014, Techer et al., 2017), mentre per la sottospecie A. m. siciliana sono considerati conformi gli aplotipi A. Il DNA mitocondriale è ereditato per via materna, quindi nel caso di analisi di api di una colonia fornisce informazioni relative alla regina, ma non ai fuchi con cui si è accoppiata.

SNP
Gli SNP (single nucleotide polymorphism) sono differenze puntiformi tra i genomi di due o più campioni, ovvero cambiamenti in un’unica base in una data posizione di una sequenza di DNA. Gli SNP sono presenti in tutto il genoma, e le attuali tecniche di sequenziamento di genoma intero e di bioinformatica permettono di individuare SNPs che possono fungere da marcatori. Analisi basate su SNP sono già applicate in diversi campi (medico, selettivo, filogenetico) per specie animali e vegetali, tuttavia i costi per la messa a punto di pannelli di marcatori informativi sono alti. Nelle api alcuni pannelli di SNP sono già stati sviluppati, sia a fini di ricerca che commerciali. In particolare, nell’ambito di un progetto UE (SMARTBEES), utilizzando un vasto campionamento a livello europeo, e usando come base la classificazione morfometrica, è stato prodotto un pannello di 4094 SNP per l’identificazione di 14 sottospecie (Momeni et al, 2021), disponibile commercialmente (EUROFINS).

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