WP 1.5

AUTOCONTROLLO

Mantenimento degli standard sottospecifici o conservazione della sottospecie e miglioramento genetico sono aspetti che non si escludono reciprocamente, ma possono andare parallelamente: ottenere un miglioramento genetico, ovvero migliorare le performance delle colonie, mantenendo una corrispondenza dei parametri di appartenenza alla sottospecie, è un lavoro del tutto attuabile. Ciascun allevatore dovrebbe costituire e mettere in atto, pertanto, un piano di controllo ben codificato finalizzato alla verifica del lavoro in corso e dei progressi ottenuti. Dal punto di vista della corrispondenza alla sottospecie, la verifica è abbastanza semplice e rapida. La procedura di riferimento è l’esame morfometrico, un esame di laboratorio attraverso il quale (come espresso alla linea guida 1.1) si misurano caratteri anatomici e la cui elaborazione darà la corrispondenza o meno alla sottospecie per cui è stato richiesto l’esame.

La preparazione del campione da analizzare e spedire ai laboratori di riferimento (CREA-AA) è assai semplice: sono necessari un contenitore “tipo urine” da 50 ml minimo, alcool 95° e un numero di api pari o superiore a 30, preferibilmente giovani, con le ali già sviluppate e non usurate (motivo per cui si cerca di non campionare api appena sfarfallate e api molto vecchie).

Per il campionamento basta attuare la seguente procedura: 

  • individuare la colonia da campionare e preparare l’etichetta con riferimento dell’apicoltore, dell’apiario, dell’alveare, e la data del campionamento (tracciabilità del campionamento); 
  • verificare che l’alveare abbia un identificativo, altrimenti assegnarlo e contrassegnarlo; 
  • scegliere un favo con covata aperta (se presente, altrimenti un favo interno); 
  • assicurarsi che la regina non sia presente su quel favo; 
  • inserire circa 30 ml di alcol in ogni provetta; 
  • appoggiare la provetta sulle api presenti sul favo e “strisciare” la provetta verso il basso, le api cadranno dentro alla provetta. Ripetere l’operazione fino a che la provetta non è piena circa a metà di api (l’alcol deve comunque coprire tutte le api).

È importante apporre un etichetta (attestanti i dati di tracciabilità) esterna e una interna al flacone, entrambe scritte a matita, di modo che l’eventuale fuoriuscita di alcool non cancelli i riferimenti.

Un campionamento costante e proporzionale alle regine prodotte e alla dimensione del parco api di ciascun allevatore, è un approccio importante che indica l’efficacia del lavoro svolto. Difatti, la percentuale di corrispondenza dei campioni può intendersi come espressione dell’efficacia della stazione di fecondazione e dell’isolamento genetico che è stato raggiunto. Senza controllo delle colonie che popolano l’areale di accoppiamento, le corrispondenze analitiche saranno del tutto casuali e variabili, senza dare indicazione sul lavoro effettuato.

Altra procedura del piano controllo, che ha una duplice valenza (selezione e controllo), è il sistema di valutazione delle performance (vedi linea guida 1.2). La valutazione interna o presso altri enti/apicoltori delle regine prodotte è un indicatore importante del miglioramento genetico attuato nel lungo periodo, mentre può essere utilizzato nel breve periodo come indicatore di efficacia del piano di accoppiamento: cioè se gli accoppiamenti pianificati tra le linee selezionate e predisposte hanno soddisfatto le aspettative e i risultati attesi.

Si tratta ovviamente di procedure assai lunghe dal punto di vista temporale, pertanto si richiedono molta costanza, risorse, preparazione e competenze. La comparazione dei dati attuali e dati pregressi può dare una stima del livello di miglioramento genetico (relativo ad uno o più caratteri) raggiunto.

Alla base del piano di controllo, è importante dotarsi di un sistema di tracciabilità interno che permetta all’allevatore di poter reperire rapidamente le informazioni in merito ad una data regina. È un sistema abbastanza elaborato la cui ampiezza dipende dalla quantità di dati di cui si vuol tener traccia, ma che non può prescindere di alcuni dati fondamentali:

  • codice della regina madre (da cui sono stati effettuati i traslarvi); 
  • data di accoppiamento; 
  • stazione di fecondazione (nel caso in cui si disponga di più S.F con contributo maschile differente); 
  • codice della linea paterna; 
  • associazione numero alveare in cui è introdotta la regina.

Dietro l’elaborazione del codice ultimo di identificazione della regina, esiste poi un sistema di tracciabilità che agevola la produzione e l’identificazione del prodotto in corso d’opera: si intende quindi un sistema di tracciabilità che si estende dal momento del traslarvo, fino alla raccolta della regina deponente, registrando tutti i passaggi. Nello specifico:

  • tracciabilità data/cella/cassone: conoscere l’appartenenza genetica delle celle all’interno dei diversi cassoni e il tempi di maturazione. 
  • tracciabilità celle/nuclei/apiario di fecondazione: conoscere quali celle (già con precedente tracciabilità) sono state inserite in determinati nuclei residenti in un determinato apiario.

Il sistema di tracciabilità diventa quindi lo strumento specifico e basilare anche nel processo di pianificazione degli accoppiamenti e di miglioramento genetico: cioè viene istituito l’albero genealogico delle regine coinvolte nel piano di selezione, tale da conoscere le correlazione e i gradi di parentela tra gli individui all’interno, e non solo, ad una specifica linea genetica. Ciò permetterà all’allevatore o al tecnico di riferimento, di tener conto dei gradi di parentela nella pianificazione degli accoppiamenti, tale da poter prevenire eventuali complicazioni dovute a fattori di consanguineità tra i riproduttori.

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