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SPECIFICA TECNICA DI PRODUZIONE CON APE ITALIANA

La produzione delle api regine si inserisce all’interno della stagione produttiva apistica, nel rispetto dei tempi naturali e fisiologici del genere Apis mellifera e delle condizioni climatiche territoriali; la produzione di api regine rispetto la stagione produttiva apistica gode di un arco temporale ridotto.

Sono diversi i fattori che incidono sull’inizio e sulla chiusura della produzione di api regine. L’aspetto più importante da considerare è l’andamento climatico, sia in termini di temperature più o meno stabili, sia di presenza di agenti climatici negativi (piogge e venti).

Poiché l’Italia, per le sue proprietà fisiche-geografiche risulta godere di manifestazioni climatiche assai variabili da nord a sud, i riferimenti tecnici-climatici sono da considerarsi relativi alla zona di produzione, a prescindere dal mese o dal periodo.
La stagione produttiva potrà dunque risultare anticipata e più lunga nel versante centro-meridionale dove generalmente si gode di condizioni favorevoli all’allevamento ad inizio primavera. I fattori da considerare, affinché sussistano le possibilità effettive per la produzione di api regine sono:

  1. Condizioni climatiche: Gli accoppiamenti tra regine e fuchi, che notoriamente avvengono in volo, sono favoriti da temperature pari o maggiori ai 20 °C circa e in assenza di venti che potrebbero ostacolare il rientro delle regine negli alveari o rendere difficoltoso l’accoppiamento stesso. Pertanto è bene accertarsi che il periodo programmato in cui avverranno i primi voli di accoppiamento, possa godere di una stabilità climatica favorevole. Generalmente questa corrisponde al mese di marzo per il Sud Italia, fine aprile/maggio per il Nord Italia.
  2. Importazione: La produzione di regine e di fuchi richiede un ingente sforzo energetico da parte delle famiglie che li alleveranno. L’importazione di polline, in quantità e di qualità, è una specifica fondamentale per poter iniziare e sostenere l’allevamento di api regine durante la stagione. È necessario accertarsi che l’importazione di polline sia consistente prima di iniziare i processi di produzione, poiché questa andrà ad influire direttamente sulla qualità biologica sia di fuchi sia di regine, ma soprattutto anche sulle percentuali di accettazione dei traslarvi.

  3. Fuchi:Individuato il periodo climaticamente vantaggioso per le produzioni, il momento effettivo di inizio produzione è relativo alla maturità sessuale dei fuchi e delle vergini. I fuchi sono sessualmente maturi dal 15° giorno di vita circa, le vergini dal 5° giorno circa. Il ciclo biologico del fuco è di 24 giorni, per cui i fuchi saranno maturi e pronti all’accoppiamento dal 40° giorno dall’ovodeposizione; mentre il ciclo biologico delle regine è di 11-12 giorni dal traslarvo, per cui saranno mature e pronte per l’accoppiamento. Pertanto i primi traslarvi stagionali, giustificati dai tempi fisiologici di sviluppo e maturità sessuale di fuchi e vergini sopra espressi, saranno da effettuare nel momento in cui i favi da fuco (utilizzati per l’allevamento indotto di fuchi) saranno sfarfallanti.

I tempi di allevamento maschile di per sé sono un buon indicatore climatico, sebbene sia influenzato da diversi fattori come stato di sviluppo e svernamento dell’alveare che alleva i fuchi. Incrociare le tendenze climatiche e lo status della covata maschile è un buon indicatore per delineare il periodo di inizio produzione. Il rispetto dei tempi e delle condizioni ambientali è fondamentale per la qualità delle api regine prodotte.
La nutrizione può essere utilizzata da sostegno o stimolo nella prima fase, ma non deve essere una tecnica costante durante la produzione, fatto eccezione per l’utilizzo di polline.

Ottenute le prime celle reali, queste andranno inserite nei nuclei che saranno preventivamente o contestualmente costituiti.
Le modalità di costituzione, nel rispetto delle caratteristiche già espresse, assecondano le tecniche apistiche che ciascun allevatore ritiene più consone.
Ciò che va considerato invece è il mantenimento dello status del nucleo e i tempi di raccolta: le percentuali di rientri delle regine e i tempi di raccolta più o meno precoci influiscono direttamente sullo status del nucleo, ove per status s’intende popolosità, presenza di covata e scorte.
Affinché un nucleo possa avere lo status sufficiente a garantire una regina di qualità e la sopravvivenza e autosufficienza del nucleo stesso, è importante:

  • aggiungere o asportare favi di covate o scorte, ove necessario;
  • raccogliere la regina non prima di 15 giorni dallo sfarfallamento della vergine o comunque dopo aver verificato uno stadio avanzato della covata o prossimo all’opercolatura (6° giorno dall’ovodeposizione).

In questo modo è possibile mantenere un equilibrio tra api, scorte e covata, prevenendo intasamento del nucleo durante i raccolti e garantendo spazio utile alla regina per l’ovodeposizione. Nel momento in cui la regina sarà “pronta” verrà prelevata e attraverso specifica tecnica potrà essere marcata (Foto 1) con un apposito smalto sulla superficie chitinosa del dorso.
Il risultato è un bollino di vernice tondo il cui colore utilizzato è identificativo, come a tutti noto, dell’anno di nascita: azzurro, bianco, giallo, rosso e verde sono la sequenza dei colori utilizzati al susseguirsi degli anni.

Raccolte e marcate, le regine vengono introdotte in gabbiette (generalmente in plastica) dove circa 1/3 della stessa ospita una piccola quantità di candito (pasta di zucchero) e il resto della sezione accoglie circa 8-10 api accompagnatrici che accudiranno la regina durante la sua permanenza all’interno della gabbietta (Foto 2). 

La raccolta delle regine segue l’impostazione, l’organizzazione e la gestione lavorativa che ciascun allevatore ritiene più opportuna e non dovrebbe comportare tuttavia permanenze prolungate delle nuove regine in gabbietta o abuso d’utilizzo delle “banche” (specifici alveari orfani dove vengono stoccate più regine contemporaneamente, isolate singolarmente in specifiche gabbiette). Le regine vengono adagiate in gabbietta per consentire il trasporto da un apiario all’altro o per cessione ad altri apicoltori.
Durante lo spostamento è bene tenere le gabbiette contenenti le regine al riparo da fonti luminose e accertarsi che non siano esposte all’eccessivo caldo (sole diretto) o freddo. Queste tipologie di gabbietta agevolano l’introduzione di una nuova regina in un alveare rimasto orfano o un nucleo appena formato: difatti un piccolo foro sul lato corto adiacente al candito, permette alle api di mangiarlo lentamente (e al contempo di abituarsi al nuovo ferormone della regina) permettendo alla regina di fuoriuscire. La dimensione e consistenza del candito, se ben tarata permetterà la fuoriuscita della regina dopo circa 2-3 giorni dall’introduzione della gabbietta. È importante che la famiglia che riceve la regina sia orfana (accertarsi che non ci siano vergini o altre regine non deponenti) e che non abbia presenza di celle reali. Ragion per cui, risulta strategico dare in accettazione una regina ad un nucleo appena formato, con telai provenienti da altro o altri alveari, senza aspettare che le api percepiscano l’orfanità e comincino a creare le nuove celle reali. I nuclei nei quali verranno raccolte regine, saranno quindi pronti a ricevere nuove celle reali, preventivamente prodotte (10 – 11 giorni prima del giorno della raccolta). Questo sistema permette di produrre ciclicamente le regine con i medesimi nuclei finché sussistono le condizioni climatiche e ambientali. Così come l’apertura, anche la chiusura della produzione è dettata da:

  • Temperature e importazione: Temperature troppo elevate, alle quali equivalgono spesso cali importanti o addirittura assenza di importazione, sono già un indicatore importante di sospensione o termine produzione. Ovviamente da contestualizzare in base alla zona geografica.
  • Presenza di fuchi: Una delle capacità del superorganismo è quella di percepire quando l’allevamento dei fuchi risulta essere una spesa energetica eccessiva in relazione alle condizioni ambientali, per cui la deposizione da fuco viene interrotta e spesso i fuchi allontanati gradualmente fuori dall’alveare. In stagioni particolarmente secche o avverse, l’allevamento e il mantenimento dei fuchi da parte degli alveari può essere anche anticipatamente interrotto. È necessario verificare la presenza di covata maschile (telaio da fuco) negli alveari e accertarsi che ci sia popolazione maschile all’interno degli stessi (solitamente popolano i telai esterni di scorte) per poter proseguire nella produzione. Qualora venissero a mancare questi presupposti, la produzione va arrestata.  

CONDIZIONI PER LA PRODUZIONE

Nel versante meridionale, i raccolti e le temperature permettono di produrre anche a fine estate (settembre), mentre per il versante settentrionale, il mese di agosto risulta essere l’ultimo mese idoneo agli accoppiamenti.
Tutti i processi lavorativi e produttivi sopra descritti sono da contestualizzare all’interno di ciò che viene definito stazione di fecondazione (S.F. in breve).
La S.F. è un areale che per condizioni climatiche e territoriali risulta idoneo alla produzione e moltiplicazione delle api regine. Questa si compone di uno o più apiari di fecondazione, dove verranno dislocati i nuclei contenenti le vergini, e diversi apiari circostanti contenenti alveari (DPQ, drone production queen), i quali mediante l’apposito telaio da fuco, produrranno i fuchi necessari per gli accoppiamenti. Tuttavia si parla di S.F. nel caso in cui sussistano le condizioni per l’isolamento genetico e/o saturazione ambientale con fuchi di origine genetica nota; in caso contrario si parla semplicemente di apiario di fecondazione dove le vergini si accoppieranno con la popolazione circostante. Quindi nello specifico l’aspetto strategico di una stazione di fecondazione è il controllo dei fuchi che parteciperanno all’accoppiamento. Non potendo avere un controllo diretto sui fuchi, il controllo va effettuato sull’appartenenza genetica delle regine che produrranno i fuchi. Difatti sarà compito dell’allevatore dislocare all’interno della stazione di fecondazione (raggio minimo 3 km) un numero proporzionato di DPQ con regine appartenenti alle linee genetiche oggetto del piano di selezione.

Studi scientifici stimano la necessità di predisporre circa 150-200 fuchi per ogni vergine da fecondare, sebbene le vergini si accoppieranno con un numero di 15-20 fuchi circa. Ogni alveare ha una produzione media di 2500 fuchi, da questo dato si evince il rapporto di un DPQ ogni 10 vergini. Sarà ancora più importante sincerarsi dell’assenza di alveari estranei al programma di selezione medesimo. L’isolamento genetico e il controllo dei riproduttori è alla base del: 

  1. mantenimento degli standard sottospecifici: avere la certezza dell’appartenenza alla sottospecie dei riproduttori, in assenza di materiale genetico estraneo all’interno della S.F. permetterà di ottenere generazioni successive con le stesse corrispondenze sottospecifiche; 
  2. miglioramento genetico: il controllo dei riproduttori, provenienti da specifica valutazione delle performance, permette l’ereditabilità e la trasmissione dei caratteri, per i quali i riproduttori sono stati selezionati, alle successive generazioni. 

Le peculiarità biologiche e genetiche delle api ci spiegano il perché per trasmettere i caratteri di una regina, sia necessario far produrre i fuchi alle figlie della regina interessata e non ad essa direttamente. Difatti i fuchi originano da uova non fecondate (partenogenesi), per cui il loro corredo genetico non avrà contributo paterno, ma esclusivamente materno. Poiché i caratteri di una regina (f0) sono ereditati ed espressi dalla sua progenie femminile (operaia o regina che sia), i fuchi da essa prodotti saranno portatori dei caratteri della nonna (f0). Questo principio ci dice che se voglio trasmettere i caratteri di una data regina, dovrò far produrre i fuchi alle figlie della regina in questione. Il vantaggio di questo principio ci permette anche di produrre fuchi appartenenti alla sottospecie, anche da regine non conformi, a patto che la regina capostipite risulti conforme. Nello specifico, partendo da una regina conforme, possiamo produrre regine figlie delle quali potremo ignorare la conformità in quanto i fuchi prodotti (privi di contributo maschile) saranno conformi. In relazione a ciò il principio base del controllo dei riproduttori può essere schematizzato come nell’immagine di seguito.

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